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Proposte di legge Santanchè

Nel Consiglio dei Ministri del 7 settembre la Ministra del Turismo Daniela Santanchè ha presentato la nuova bozza della proposta di legge per regimentare i soggiorni brevi . In sintesi , dalla prima proposta sono state inasprite le sanzioni per chi affitta un solo giorno (il minimo è stato portato a due), ogni appartamento avrà un codice identificativo nazionale (Speriamo che ciò avvenga veramente in quanto sono ormai anni che si parla di questo codice e …. ) che dovrà essere esposto . Saranno solo due il numero degli appartamenti che lo sesso possessore o proprietario potrà gestire in locazione breve per un periodo non superiore a 30 notti . Resta il fatto di poter optare per il regime fiscale di cedolare secca.

La cosa molto importante è il fatto che nella prima bozza si parlava di contrastare  – il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento – nella nuova si esclude la responsabilità dell’overtourismo  e dello spopolamento dei centri storici, in quanto dai rilevamenti statistici  s è rilevato  che gli immobili destinati a questa finalità sono meno del 2% a livello nazionale rispetto all’importante patrimonio di immobili vuoti che sono circa  9,5 milioni, circa il 27% dell’intero parco immobiliare complessivo. 

La cosa che ci sorprende molto è l’accoglimento dei richiesta di Federalberghi, relativa ai requisiti delle case che possono essere affittate che debbono sottoporsi interamente alla disciplina antincendio come per gli alberghi con l’istallazione di una strumentalizzazione per il rilevamento del monossido di carbonio , giusto e sacrosanto ma forse Fedealberghi non sa che basta poco , cucinando con il ga s  a far scattare l’allarme al dispositivo .

Tornando alee normative e sanzioni si rileva :

  • Sino a 5mila euro per chi affitterà una casa per una sola notte. 
  • Non esporre il CIN per ogni annuncio costerà (ma non è chiaro se all’host, al gestore o alla piattaforma) una sanzione da 500 a 5mila euro e l’immediata rimozione dell’annuncio; non avere richiesto il CIN sarà sanzionato fino a 8mila euro.
  • Si riafferma l’obbligatorietà di un codice identificativo nazionale, il CIN (che sostituisce quello regionale) che però diversamente dalla precedente versione viene collegato all’immobile e non specifica che può essere chiesto dal proprietario o da un gestore.

Il Ministero evocherà a se  la raccolta di informazioni  attraverso una banca dati , già istituita nel 2019,  che si occuperà di affitti brevi ma anche di alberghi, B&B, agriturismi, rifugi alpini, campeggi, dimore storiche, affittacamere, residence e cabine delle navi da crociera, anche se rimangono le regioni i soggetti che dovranno concedere i CIN, mentre saranno i comuni a dover controllare l’applicazione su tutte le piattaforme e su tutti i canali di promozione, incluso il portone dell’immobile.

Da parte di ANBBA apprezziamo il lavoro svolto dalla Ministra Santanchè per cercare di mettere d’accordo tutti ma siamo contrari in linea di principio al fatto che ancora una volta si metta mano ad una materia che  ha già leggi e norme consolidate nel tempo  con articoli del Codice Civile e in leggi dello Stato e che il cittadino nell’osservanza delle leggi esistenti  ha il diritto di gestirsi la proprietà come meglio crede .

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