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Overturism (o)

Firenze – Villa Medicea di Castello – Sede Accademia della Crusca

Overturism (con la O finale ? ) : il fenomeno del momento


Aggiornamento del 09/09/2024

Overturism (o meglio, Overturismo, come suggerito dall’Accademia della Crusca)


Non uccidiamo il turismo !!!

Foto storica del Piazzale degli Uffizi

Ricordiamo i tempi passati, quando andare in Piazza della Signoria a Firenze significava vedere lunghe file di turisti che, già dal Ponte Vecchio, attraversavano il loggiato in attesa di visitare la Galleria degli Uffizi

2019 – Coda per entrare a visitare la Galleria degli Uffizi

. Allo stesso modo, lungo via Ricasoli, i visitatori pazientemente attendevano di ammirare l’originale del David di Michelangelo nella Galleria dell’Accademia

2018 – Coda per entrare a visitare il David di Michelangelo alla Galleria dell’Accademia

Gli articoli sui giornali e i servizi televisivi celebravano il turismo come linfa vitale per la nostra economia, con record di presenze e visitatori. Poi è arrivato il COVID, e le nostre città, un tempo vibranti, si sono trasformate in deserti abissali, ferendo profondamente il settore turistico.

In risposta, è partita una campagna di promozione massiccia: stand costosissimi alla BIT di Milano, campagne regionali, spot pubblicitari per incentivare il turismo in luoghi come Le Marche, l’Abruzzo, la Sicilia, la Sardegna e così via. Tuttavia, attenzione: quando finalmente le città hanno ripreso vita grazie ai turisti – ossigeno per la nostra economia e un importante contributo alla crescita del PIL – ecco comparire il termine “overturism“, una nuova “malattia” che, secondo alcuni, minaccia le nostre città d’arte.

Le lamentele non tardano ad arrivare: residenti esasperati raccontano di notti insonni a causa del rumore generato dalla movida. Ma chi sta orchestrando questa campagna denigratoria? Chi alimenta le narrazioni mediatiche contro il troppo turismo? Personalmente, ricordo l’estate del 2019, tra fine luglio e inizio agosto, quando Piazza della Signoria era gremita di turisti, forse più numerosi di quelli attuali. Parlando con negozianti, ristoratori e baristi, il commento più ricorrente era: “Finalmente si lavora, meno male che ci sono i turisti!”.

Dobbiamo riflettere su tutto questo e chiederci: a chi giovano davvero queste campagne contro il turismo, un fenomeno globale inarrestabile che favorisce la conoscenza, l’arte e la storia dei popoli, grazie anche alla diminuzione dei costi dei trasporti, in particolare dei voli low cost e non solo .

Ora, con la stagione turistica che volge al termine, arrivano i primi risultati: un calo delle presenze un po’ ovunque. Sarà stato il caldo, che da mesi ha soffocato  l’Italia, o l’aumento dei prezzi, ma non potrebbe essere che anche queste campagne mediatiche contro il turismo abbiano contribuito alla diminuzione delle presenze?

Certamente, i flussi turistici, specialmente nelle città d’arte, possono creare problemi. Come quando si mangia troppo, si rischia un’indigestione; dunque, in alcuni periodi dell’anno, potrebbe essere necessario gestire meglio il flusso turistico. Tuttavia, non dobbiamo uccidere il turismo. Non possiamo continuare a ripetere che le locazioni turistiche rendono impossibile trovare appartamenti per i residenti. Le nostre città d’arte, soprattutto i centri storici, da anni subiscono un processo di de-localizzazione. Il tessuto urbano e la tipicità degli edifici non offrono più quella qualità di vita che i giovani desiderano oggi. Chi ha potuto, ha abbandonato da tempo i centri storici, soprattutto a Firenze.

Intervistare giovani coppie che cercano casa nel centro storico significa parlare con persone pronte a fare sacrifici, consapevoli della mancanza di servizi e disposte a condurre una vita quasi monastica. Vivere in viuzze buie e in case fatiscenti, con scale strette e poco pratiche, non è più attrattivo. È chiaro che un proprietario che investe nella ristrutturazione di un immobile voglia trarne il massimo profitto, e quindi preferisca affittare a turisti piuttosto che a residenti, per garantirsi un reddito maggiore.

Questa è la vera situazione. Ci ha fatto sorridere una recente dichiarazione di Federalberghi, che propone l’abolizione di Airbnb. Speriamo che sia solo il frutto di questa torrida estate, che sembra aver fatto perdere la “bussola” a qualcuno. E non si tratta solo di Federalberghi: anche l’Assessore di Roma Capitale, Alessandro  Onorato, ha rilasciato interviste ai principali giornali romani, proponendo, sulla scia del biglietto d’ingresso per la Via dell’Amore alle Cinque Terre, un ticket per visitare Fontana di Trevi. Senza dimenticare le sue affermazioni sul CIN (Codice Identificativo Nazionale), uno strumento indispensabile contro l’abusivismo  che ha evidenziato, da parte sua una scarsa conoscenza del provvedimento . Il CIN è finalmente partito in tutte le Regioni dall’1 settembre e ci sono 60 giorni per ottenerlo , ciò è avvenuto dopo anni di stallo , per volontà del Ministero del Turismo , non debellerà completamente la piaga dell’abusivismo ma sarà strumento efficace per la formazione di una banca dati delle strutture per un maggiore controllo e monitoraggio di esse. 

Cesare Gherardi – Direttore ANBBA


È quasi paradossale che proprio da Firenze, la città che cerca di trovare soluzioni per contrastare il fenomeno dell’overturism (overturismo ) , possano emergere suggerimenti per affrontare una questione che colpisce non solo le grandi città d’arte italiane, ma anche molte altre destinazioni nel mondo. Se consideriamo questo fenomeno come una malattia, è chiaro che deve essere curato, ma quali possono essere le cure adatte? Sicuramente, la repressione drastica non è la soluzione. E così, proprio dal cuore di Firenze, e più precisamente dall’Accademia della Crusca, potrebbe arrivare un’idea interessante che potrebbe cambiare il futuro del turismo.

Tutto parte dall’analisi del neologismo “overturismo”, che può essere approfondita direttamente sul sito dell’Accademia della Crusca, consultabile qui: [Accademia della Crusca – Overturismo]

Le parole dell’Accademia evidenziano come l’Italia, al pari di altre mete internazionali come Barcellona, sia vittima di un fenomeno che, nonostante gli avvertimenti delle istituzioni, continua a crescere. Ma ecco la parola magica: undertourism, termine anglofono che in italiano diventa underturismo, con il prefisso “under” in contrapposizione a “over”.

Potrebbe essere questo il turismo del futuro? Noi di ANBBA crediamo di sì, e lo sosteniamo da tempo in tutti i contesti in cui siamo chiamati a esprimerci. Promuoviamo un turismo orientato verso la scoperta di mete meno conosciute ma di altrettanto valore, di cui l’Italia è ricca: un museo a cielo aperto di incomparabile bellezza.

È proprio in questi luoghi che molti dei nostri soci hanno aperto strutture ricettive, non senza difficoltà, e dove, oltre a offrire ospitalità, illustrano agli ospiti itinerari e luoghi da scoprire per un turismo ecosostenibile. Un altro neologismo, ecoturismo, compare nei dizionari già dal 1992 (sempre secondo l’Accademia della Crusca). Pensate che, all’epoca, di associazioni di B&B non si parlava ancora, ma noi già nel 1999 proponevamo queste idee.

Oggi più che mai, continuiamo a portare avanti i nostri progetti nella speranza che molti ci seguano. Il progetto ANBBA GREEN rappresenta la via che indichiamo per un nuovo tipo di ospitalità, in grado di offrire il massimo comfort in ogni angolo, anche il più remoto, del nostro Paese. VISITALIA (Visita l’Italia con ANBBA) continuerà a proporre numerosi itinerari, regione per regione, per scoprire non solo architettura, archeologia e paesaggi, ma anche le eccellenze gastronomiche locali, con un occhio di riguardo per il turismo lento, lungo le grandi vie e i cammini che attraversano l’Italia da nord a sud, e da est a ovest.

Johnny Malerba – Presidente ANBBA