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Controlli a tappeto dei Carabinieri NAS

Controlli a tappeto dei Carabinieri NAS sulle strutture ricettive extra-alberghiere – Caccia agli irregolari

I Carabinieri NAS stanno conducendo controlli su tutto il territorio italiano nelle strutture ricettive extra-alberghiere e nelle locazioni turistiche. Questi interventi seguono l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), promosso dal Ministero del Turismo per regolamentare il settore.

Se da un lato è giusto garantire il rispetto delle normative, dall’altro è fondamentale concedere tempi adeguati affinché tutte le strutture possano adeguarsi senza ostacoli burocratici. Ad oggi, molte attività non hanno ancora ottenuto il CIN a causa di ritardi amministrativi e inghippi vari, mentre altre lo hanno ricevuto con dati errati, spesso per interpretazioni scorrette dei campi richiesti durante l’inserimento nel BDSR del Ministero del Turismo.

Ogni anno si parla di decreti Milleproroghe, ma in questo caso sarebbe stata sufficiente un’ulteriore proroga – come auspicato da molti, tra cui ANBBA – per permettere agli operatori di regolarizzare la propria posizione. Questa accelerazione nei controlli solleva dubbi: si tratta di una reale necessità o di una decisione affrettata o le cause sono altre ?

Un’altra criticità riguarda la gestione dei controlli da parte dei NAS dei Carabinieri, un corpo altamente specializzato ma non specificamente formato sulle numerose e complesse normative regionali che regolano il settore turistico. In Italia, infatti, esistono 22 diverse leggi regionali, ciascuna con regolamenti specifici per l’apertura e la gestione delle strutture ricettive. Inoltre ci sono anche altre criticità da rilevare come per esempio la mancanza di procedure standardizzate per l’accesso al portale “Alloggiati Web” della Polizia di Stato ha generato confusione, dando origine a verbali spesso inesatti e lacunosi, che non sempre tengono conto delle normative locali. Per non parlare della colazione nei B&B le cui regolamentazioni cambiano anche non solo da regione a regione ma anche in seno ai vari distretti sanitari in seno ad esse.

Nel frattempo, la stampa e i media stanno amplificando la notizia di questi controlli, generando allarmismo tra gli operatori turistici, compresi coloro che operano nella piena legalità da anni. È inaccettabile che si faccia di tutta l’erba un fascio, etichettando genericamente tutte le strutture come “B&B” e alimentando così una narrazione negativa che rischia di danneggiare un settore essenziale per l’ospitalità italiana.