Migliaia di strutture regolari affogate nella burocrazia faticano ad ottenerlo
Aggiornamento 04/01/2025
Nonostante i ripetuti appelli della nostra associazione al Ministro del Turismo, la richiesta di proroga non è ancora stata accolta. Dalle numerose fonti giornalistiche emerge che molte strutture non sono riuscite a regolarizzarsi e ottenere il CIN, con una media di circa il 20%, una percentuale che non può essere trascurata. Il processo di registrazione per il CIN è stato ostacolato anche da una serie di complicazioni burocratiche, in gran parte dovute alle numerose differenze tra regione e regione e al mancato aggiornamento delle piattaforme, creando problematiche che rendono difficoltoso il rilascio del CIN, senza contare gli errori che si verificano nei moduli a causa di imprecisioni durante la compilazione.
Tra tutte queste difficoltà, una in particolare si è rivelata emblematica, tanto da non essere stata risolta nemmeno dagli sportelli informativi del Ministero. È noto che i cittadini UE, e non solo, non possiedono lo SPID e, pertanto, per richiedere il CIN, devono registrarsi come utenti stranieri. Sebbene la registrazione come cittadino straniero sia possibile, presenta alcune difficoltà. Ci risulta però che tale registrazione possa avvenire solo per una regione e un comune. Nel caso in cui un cittadino possieda più immobili in Italia, gestiti in comuni ubicati in diverse regioni (fino a un massimo di quattro regioni, salvo alcune eccezioni), come deve procedere per ottenere il CIN?
Questo rappresenta solo uno dei tanti casi specifici, ma è emblematico delle difficoltà che si stanno incontrando. La questione più grave, però, è che i controlli sono già iniziati e si stanno intensificando per far rispettare le normative e verificare la presenza del CIN. Ci sembra tuttavia eccessivo che i media continuino a dare risalto a queste notizie, vittimizzando ulteriormente un settore già provato.
Le lobby e i poteri forti non cessano di farsi sentire, continuando a demonizzare il settore extra-alberghiero e lodando una delle leggi più dannose mai promosse da una regione, quella della Toscana, approvata dal Consiglio regionale a pochi giorni dall’inizio delle festività natalizie. Una legge assurda, che contrasta con i più elementari principi costituzionali, punisce il settore extra-alberghiero e offre enormi privilegi agli albergatori.
Si sta creando una forte opposizione affinché questa legge non venga adottata da altre regioni, come paventato da diverse forze politiche. ANBBA sta unendo tutte le forze disponibili per evitare che questa legge entri in vigore, al fine di farne cancellare gli aspetti penalizzanti per il settore. Un settore che è in forte crescita e che gli albergatori, evidentemente, non gradiscono, poiché il turismo del futuro, in particolare durante questo anno del Giubileo, non sarà caratterizzato dall’afflusso di pellegrini d’élite in grado di permettersi soggiorni in hotel a quattro stelle, ma da persone che, con grandi sacrifici, arriveranno a Roma cercando alloggi a costi contenuti.
ANBBA, una delle associazioni nazionali più longeve del settore extra-alberghiero, ha già da parecchi giorni sollecitato il Ministro del Turismo per una proroga dei termini fissati al 31 dicembre. In molte regioni italiane, ci sono difficoltà oggettive nel conseguire il CIN, soprattutto nel Lazio e a Roma, dove numerose strutture, le più longeve, operano da anni con SCIA protocollata in forma cartacea. La situazione è complicata in quelle regioni dove la comunicazione avviene ancora in modalità cartacea, e in altre dove è stato appena introdotto il codice regionale.
Molte strutture hanno segnalato il problema collegandosi al sito del Ministro nella sezione “Ottieni CIN”, segnando la struttura mancante, ma, nonostante siano trascorsi oltre 30 giorni, non è ancora stato risolto nulla, nemmeno dopo aver ripetuto l’operazione più volte.
Un’ulteriore proroga è necessaria, non solo per evitare il blocco delle attività di queste migliaia di strutture che hanno attivato ogni possibile mezzo per ottenere il CIN, ma anche per prevenire un danno erariale stimato in oltre 100 milioni di euro, un impatto significativo soprattutto in un momento cruciale per la legge di bilancio.
La proroga è ormai doverosa e deve essere immediatamente comunicata per evitare danni economici irreparabili al settore.
Cesare Gherardi
Direttore ANBBA